Isaac Asimov NOVE VOLTE SETTE Nell attuale tipo di società, in cui il compito di reperire, elaborare e accumulare informazioni si svolge prevalentemente in rete, e moderne tecnologie stanno persino generando nuovi modi di calcolare, quale potrebbe essere il futuro della memoria e del sapere? La risposta è data dal racconto in oggetto, che costituisce uno dei rari tentativi d impostare un testo narrativo sui temi di matematica, memoria e conoscenza. La storia, scritta con brio, ma abbastanza profonda, si svolge in un lontano tempo a venire, in cui si fabbricano automi e cervelli elettronici o si compiono viaggi fra le stelle e si affrontano guerre spaziali, ma ci si è affidati troppo alle macchine e si è persa la capacità di esercitare il pensiero umano. La (ri)scoperta che calcolare è solo un sistema di elaborazione dati e, pertanto, eseguibile benissimo da quell elaboratore che è il cervello sarà la fortuna e poi la rovina di un umile tecnico, dedito a strani, ma semplici hobbies . Nel finale, però, rimane pressoché insoluto il dubbio se il risultato della vicenda sia il primo passo per una liberazione dal predominio delle macchine o se, comunque, non vi sia nulla da fare, poiché l uso di qualunque ritrovato scientifico dipenderà sempre dal potere economico e politico. Il narratore Isaac Asimov (Petrovic i, 1920 - New York, 1992), biochimico russo di famiglia ebraica, naturalizzato statunitense, autore di molti saggi scientifici, scrisse alcuni famosi romanzi polizieschi, fra cui Rompicapo in quattro giornate (1976), ma è noto soprattutto per le centinaia di racconti e romanzi di fantascienza. Con le sue storie, spesso pose equilibrati interrogativi sull uomo e sull intricato cammino con cui esso cerca di programmare il proprio futuro (Io, robot, 1950; Cronache della Galassia, 1953; Neanche gli dei, 1972). da I. Asimov, in Le meraviglie del possibile, Torino, Einaudi, 1959, trad. it. di C. Fruttero. 81