Clara Sereni SOLITUDINE Il malinconico racconto che segue è la cronaca di una giornata qualunque, vissuta da una bambina di oggi: ritorno da scuola in pullmino, senza che nessuno le venga incontro alla discesa; parcheggio pomeridiano dalla vecchia nonna piena di acciacchi; trasferimento serale a casa dei genitori per la cena e per la notte. Nella sua stanza fanno bella mostra moltissimi giocattoli, che però non le tengono compagnia. Mamma e papà non hanno gravi difetti, ma, anche per forza di cose, sono quasi soltanto presenze, talora sfuggenti. La famiglia è normale, ma tutti sono presi dai loro problemi o da mille impegni, e la giovanissima protagonista si sente sola. Non basta che sia responsabile, ubbidiente e premurosa; nemmeno le sue piccole attenzioni sono sufficienti; così, non le rimane che rifugiarsi in una sterile e ripetitiva serie di fantasie. Certo esistono situazioni peggiori, dai figli orfani a quelli vessati, ma anche il senso di solitudine è doloroso e frustrante, e denuncia la mancanza di un vero rapporto umano e quel bisogno di appagamento che solo il dialogo, le concrete manifestazioni d affetto o una maggior condivisione della vita quotidiana potrebbero soddisfare. La narratrice Clara Sereni (Roma, 1946), spesso impegnata in campo sociale, si è occupata anche di politica, diventando vicesindaco di Perugia, città in cui vive. Ha esordito come scrittrice con il romanzo Sigma Epsilon (1974), cui sono seguiti, fra gli altri, Casalinghitudine (1987), Il gioco dei regni (1993) e Passami il sale (2003), oltre alle delicate raccolte di racconti Manicomio primavera (1989) ed Eppure (1995). Apprezzata traduttrice dal francese, collabora a importanti quotidiani e periodici con editoriali e commenti. da C. Sereni, Eppure, Milano, Feltrinelli, 1995. 23