William Saroyan LA CASA DELLE FORMICHE L autore di questo racconto crede fermamente nei valori elementari della vita: l amore, la famiglia, la fratellanza. L ambiente è un certo tipo d America, alla fine degli anni Trenta, ma la favola perché tale sembra dal tono narrativo non conosce limiti di spazio né di tempo e diventa universale. L America di Saroyan è tutta la Terra, e la vita si afferma con i gesti più semplici, serenamente accettata anche nelle difficoltà. la storia di una famiglia assai numerosa, divertente e un po scombinata. Il clan è composto da undici membri, fra uomini e donne, giovani e adulti, e poi c è la nonna, capo senza rivali. Ci sono il pigro, l egoista, l ingenuo, il piantagrane, ma tutti si vogliono bene e sanno andare incontro uniti agli ostacoli quotidiani. Per l impossibilità di pagare l affitto e le altre spese domestiche, cambiano spesso abitazione, e ora vivono in una casa che pare adatta, ma che è invasa da migliaia di altri inquilini abusivi, le formiche. Tuttavia resistono; anzi, frattanto, i familiari aumentano, perché una delle giovani componenti si sposa e porta in casa il marito, da cui sta per avere un figlio. Ma non è il caso di preoccuparsi troppo: al prossimo sfratto, sarà facile traslocare senza saldare il debito, con la scusa delle formiche. Di famiglia armena, il narratore e commediografo statunitense William Saroyan (Fresno, California, 1908-1981) ebbe una giovinezza travagliata. Cresciuto in orfanotrofio e vissuto poi tra la gente della strada come strillone e fattorino del telegrafo, diede voce, come scrittore, all America dei poveri e degli immigrati; e, tra memoria e fantasia, fu cronista di umili vicende permeate di ottimismo e umanità. Fra le opere più famose si ricordano Che ve ne sembra dell America? (racconti, 1934), I giorni della vita (commedia, 1939), La commedia umana (romanzo, 1942) e In bicicletta a Beverly Hills (libro autobiografico, 1952). da W. Saroyan, in Americana, Milano, Bompiani, 2002, trad. it. di E. Vittorini. 305