John Fante MIO PADRE E IO Dominic Molise, detto Dom, ha quasi diciotto anni e sta per affrontare l esame di maturità. Italo-americano di terza generazione, vive a Roper, piccola cittadina del Colorado, con tre fratelli minori, la nonna, la madre e il padre, muratore spesso disoccupato. La famiglia è unita nonostante le difficoltà economiche, e la vita dei Molise proseguirebbe senza gravi scosse, se Dominic non avesse in mente di diventare un grande giocatore di baseball. Si allena quotidianamente e il suo vero compagno sembra essere il suo Braccio sinistro, quasi personificato,quello con cui effettua i lanci. Ma, per cominciare la carriera e presentarsi alla famosa squadra dei Cubs, occorrono almeno i soldi del viaggio; e lui è pronto a superare ogni ostacolo, pur di ottenerli. A questo punto hanno inizio le incomprensioni e si verifica un duro scontro con il padre, che però alla fine si mostra consapevole del bisogno del ragazzo di realizzare attitudini e interessi personali, e gli va incontro con sacrificio. Come per tutti i giovani, rimane incerto il futuro di Dominic, che pure termina il racconto con la speranza di un successo. John Fante (Denver, Colorado, 1909- Woodland Hills, California, 1983), figlio di un muratore abruzzese immigrato negli USA, dopo il romanzo iniziale, La strada per Los Angeles (1936), si affermò con Aspetta primavera, Bandini (1938), libro quasi autobiografico, caratterizzato da uno stile nitido e aggressivo, ironico e drammatico. L anno seguente diede alle stampe Chiedi alla polvere e, nel 1982, Sogni di Bunker Hill, che completano la tetralogia dedicata alle vicende di una famiglia italo-americana. Pubblicò anche raccolte di racconti, fra cui Dago Red (1940), e lavorò a Hollywood come sceneggiatore. Nel 1978 divenne cieco e fu costretto a dettare alla moglie le sue ultime opere. da J. Fante, Un anno terribile, Roma, Fazi, 2001, trad. it. di A. Osti. 37