Gavino Ledda UN PADRE PADRONE La storia vera qui presentata si svolge in Sardegna, sessant anni fa. l autore stesso a raccontarla, rivivendo un momento cruciale della propria infanzia. Ecco, dunque, Gavino Ledda ragazzo, mentre, desideroso di apprendere, sta inserendosi con ritardo nelle elementari; e ha appena cominciato a imparare un po di alfabeto, quando il padre lo toglie dalla scuola per destinarlo alla pastorizia. Nella prima parte del brano, durante il dialogo concitato con la maestra, il padre manifesta la sua forte personalità e l autoritarismo dispotico che ne regola pensieri e azioni anche nei rapporti con il figlio, a quei tempi ancora docile e sottomesso. Nella seconda parte compare solo per qualche attimo la madre di Gavino, succube del marito, e il ragazzo viene accompagnato dal padre sul posto di lavoro, ove avrà inizio la sua attività. La conclusione del libro corrisponderà al momento in cui, ormai adulto, Gavino Ledda riuscirà a emanciparsi dalla sua terra, pur rimanendo ad essa profondamente legato. Così il padre perderà il figlio, cui aveva negato ogni diritto, soprattutto quello di essere considerato persona. Il romanziere Gavino Ledda (Siligo, 1938), pastore analfabeta sino all epoca del servizio militare, ha conseguito la licenza media nel 1961, si è laureato in Lettere nel 70 e ormai da tempo è docente di glottologia all Università di Sassari. Si è imposto al pubblico e alla critica con il libro autobiografico di esordio, Padre padrone: l educazione di un pastore (1975). Ha pubblicato, in seguito, Lingua di falce (1977) e Le canne amiche del mare (1978), opere in cui la primordialità sarda contadina e pastorale, per secoli oppressa economicamente e politicamente, si presenta nella costante, difficile ricerca di comunicazione con il resto del mondo. da G. Ledda, Padre padrone, Milano, Feltrinelli, 1991. 75