120 LE INDAGINI DI SHERLOCK HOLMES di un gatto, ma quello del ghepardo che si aggirava libero intorno alla casa. Con la mano strinsi forte la mia pistola, per sentirmi più tranquillo. Solo i rintocchi lontani dell orologio parrocchiale, che batteva i quarti d ora, ci facevano un po di compagnia. Ma come passava lentamente, il tempo! Nel silenzio, rintoccò la mezzanotte, poi, dopo un attesa interminabile, sentii suonare, l una, le due, le tre, e noi eravamo sempre lì, immobili e muti come due statue, ad aspettare che qualcosa accadesse. All improvviso, nel foro di ventilazione brillò un raggio di luce che subito si spense. Un forte odore di olio bruciato e di metallo riscaldato riempì la stanza. Era evidente che qualcuno, nella camera accanto, aveva acceso una lanterna cieca46. Si sentivano dei leggeri rumori, ma poi piombò di nuovo il silenzio. Rimasi immobile, con l orecchio teso, per una buona mezz ora, finché, a un tratto, si udì un altro suono, come il rumore di uno sbuffo di fumo che esce da un bollitore. In quell istante, Holmes balzò dal letto, accese un fiammifero e si mise a pestare, come un pazzo, col suo bastone da passeggio, il cordone del campanello. E intanto mi gridava: «Lo vede, Watson? Lo vede? . Un grido nella notte Io non vedevo niente, anche perché Holmes aveva acceso la candela e quel chiarore improvviso, per qualche istante, mi aveva abbacinato47. Però avevo sentito questo sì! una specie di sibilo basso, ma distinto, anche se continuavo a non capire contro che cosa il mio amico si accanisse così selvag- 46 lanterna cieca: lampada con due sportelli, che, all occorrenza, si potevano richiudere, per nascondere la luce. 47 abbacinato: abbagliato.