186 LE INDAGINI DI SHERLOCK HOLMES «No, no, no! un un ipotesi che non regge , mi rimbeccò facendo un gesto con la mano. «Quella donna è innocente e del tutto inoffensiva. Ma andiamo avanti! Mortimer Tregennis ha parlato di una presenza misteriosa in giardino: qualcuno che si muoveva fra i rami delle siepi, mentre lui e gli altri giocavano a carte. Si ricorda? . «Perfettamente! , risposi. «Beh, a dirla tutta, c è qualcosa che non mi quadra. Col tempo da lupi che faceva ieri sera, con quel buio e quella pioggia torrenziale,com è possibile che abbiano visto qualcuno fuori? Qualcuno poi che li avrebbe spaventati al punto da farli impazzire e morire? Neanche se avessero incollato la faccia al vetro della finestra potevano vederlo! Bisogna ammetterlo, Watson, è una faccenda complicata . «E già , risposi scuotendo il capo tristemente. «Tuttavia, non dobbiamo scoraggiarci. Superemo anche questi ostacoli; ne abbiamo superati già tanti! Nel frattempo, dedichiamoci alle conchiglie: guardi qua, Watson, guardi un po questa, quant è grossa . Passammo una mattinata piacevole a cercare conchiglie sulla spiaggia, divertendoci come due bambini. Per qualche ora, dimenticammo tutto: la tragedia di Tredannick Wartha, quelle visioni terribili, la morte, la follia. Tornammo a casa che era quasi mezzogiorno e lì, con nostra sorpresa, trovammo un ospite ad attenderci. Il cacciatore di leoni L ospite che ci aspettava, nel piccolo salotto del nostro cottage, non aveva bisogno di presentazioni: il corpo imponente, il viso come scavato nella pietra, solcato da rughe, lo sguardo fiero e il naso aquilino, i folti capelli brizzolati che quasi sfioravano il soffitto della stanza, e quel barbone bianco che gli