Il cliente illustre 229 Feci appena in tempo a ingollare l ultimo sorso di caffè, che il mio amico era già fuori dal bar ad aspettarmi pestando i piedi per terra, come faceva sempre quando voleva mettermi fretta. Una carrozza ci portò quasi di volo a Baker Street, dove in effetti trovammo mister Johnson ad attenderci. Sherlock Holmes fa la prima mossa Mister Johnson era un omone rozzo, dall apparenza scorbutica. Era di altezza media e corporatura massiccia, e aveva una faccia ingrugnata29 su cui spiccavano un paio di occhietti scuri e vispi. A occhio e croce, sembrava proprio un tipaccio, eppure, appena lo vidi, provai per lui una certa simpatia. Anche la ragazza che gli sedeva accanto sul divano aveva un aria simpatica: snella, con una testata di capelli rossi, il volto pallido e tirato, portava impressi sulla faccia i segni di una grande tristezza. «Deve aver avuto delle brutte esperienze , pensai lì per lì osservandola. Non ci voleva molto a capire che quella poverina, col viso precocemente invecchiato, veniva da quegli stessi bassifondi30 che mister Johnson conosceva ad occhi chiusi e dove, ogni tanto, faceva le sue scorribande alla ricerca di informazioni per Sherlock Holmes. Johnson fece subito le presentazioni: «Questa è la signorina Kitty Winter , disse indicando la ragazza con la sua mano grassoccia, «l ho beccata subito, signor Holmes, dopo neanche un ora che lei mi aveva mandato il suo messaggio . Kitty fece una smorfia che assomigliava ad un sorriso: «Non è difficile trovarmi , soggiunse, «siamo vecchi amici, tu ed io, 29 ingrugnata: imbronciata, immusonita. 30 bassifondi: i quartieri più poveri e malfamati della città.