La forma può essere cilindrica a fondi bombati, per i piccoli o medi volumi, o cilindrico verticale a fondo piatto e a tetto semisferico o semiellittico, per i grandi volumi. Fig. 7.16 Serbatoio per lo stoccaggio criogenico del gas naturale, con particolare della struttura delle pareti, spesse 1,7 m. Gli sfiati degli stoccaggi criogenici sono gestiti in vario modo, tenendo conto che il loro recupero non è spesso economicamente conveniente. Se è previsto l’utilizzo del fluido, previa rigassificazione, fin quando la portata di gas da utilizzare eguaglia o supera quella degli sfiati, il problema non sussiste. I serbatoi di piccole e medie dimensioni possono essere costruiti per resistere anche a pressioni di qualche decina di bar. In assenza di prelievi, il fluido che evapora fa aumentare la pressione e la temperatura di ebollizione del liquido. Così diminuisce il salto termico tra l’esterno e l’interno e, di conseguenza, l’ingresso di calore dall’esterno e la velocità con cui evapora il liquido. In pratica, tali serbatoi possono operare in sicurezza anche senza prelievi né sfiati per un certo periodo di tempo. Se il serbatoio non è strutturato per sopportare sovrapressioni, gli sfiati devono essere smaltiti in relazione alla loro pericolosità. Così, p.e., azoto, ossigeno, aria possono essere sfiatati direttamente nell’atmosfera, mentre, p.e., metano, ammoniaca, cloro devono essere opportunamente trattati. È sempre possibile, comunque, il recupero: se la temperatura critica del fluido è superiore a quella dell’ambiente, è sufficiente comprimere e raffreddare fino a provocare la liquefazione; se la temperatura critica è inferiore a quella dell’ambiente, il recupero è più oneroso, in quanto richiede in aggiunta un ciclo di refrigerazione per portare il fluido al di sotto della sua temperatura critica. Sono considerate criogeniche le temperature inferiori a –100°C, soprattutto per le problematiche relative al comportamento dei materiali a temperature tanto basse. Lo stesso principio è usato anche per stoccare i fluidi con un punto di ebollizione normale tra –100°C e la temperatura dell’ambiente (v. Tab. 7.2). In pratica si possono utilizzare diverse combinazioni di temperatura-pressione a seconda della natura del fluido e della convenienza del caso. Così si va dagli stoccaggi atmosferici, anche a temperature criogeniche, a stoccaggi in pressione a temperature più elevate ma inferiori a quella dell’ambiente, con le varie tipologie di serbatoi, cilindri, sferici, pseudoellittici. Quest’ultimi sono detti . stoccaggi semirefrigerati Sfiati nei serbatoi criogenici