. Un’altra categoria di giunti è costituita dai , senza i quali le eventuali dilatazioni termiche, anche di piccola entità, scaricherebbero tensioni elevatissime sulle tubazioni, fino a provocarne la rottura. Sono un tipo di giunto che si rende necessario per quelle tubazioni che trasportano fluidi a temperatura alquanto diversa da quella a cui la tubazione è stata montata, generalmente quella dell’ambiente. La più rilevante è quella in senso longitudinale che si può calcolare dalla formula: ∆L = α · L · ∆T (7.9) Dove: ∆L = dilatazione della tubazione (m); α = coefficiente di dilatazione lineare del materiale (1/°C); L = lunghezza della tubazione al montaggio (m); ∆T = variazione di temperatura rispetto a quella di montaggio. Giunti di dilatazione compensatori di dilatazione dilatazione Fig. 7.28 Giunti compensatori di dilatazione: a) a lira; b) a “U”. La presenza lungo le linee di curve e gomiti permette di assorbire dilatazioni longitudinali molto piccole tramite minime flessioni dei tratti in cui cambia direzione la linea. Con questo principio operano i giunti “ ” o a “U”, come illustrato in Fig. 7.28. In questo caso l’allungamento (e la contrazione) si traducono in una deformazione non critica del tratto curvilineo. I giunti sono costituiti da tratti di tubo coassiali che possono scorrere l’uno nell’altro in senso assiale. In quelli , un opportuno soffietto può dilatarsi o contrarsi, sia liberamente, sia, più spesso, in modo vincolato, per compensare o spostamenti longitudinali o, in quelli a cerniera, spostamenti trasversali (v. Fig. 7.29). a lira a cannocchiale a soffietto Fig. 7.29 Giunti compensatori di dilatazione: a) a soffietto non vincolato; b) a soffietto a movimento assiale; c) a soffietto incernieriato per movimenti trasversali; d) a soffietto con interno in PTFE; e) a cannocchiale; f) a cannocchiale, schema.