Riferendosi alla Fig. 8.25, i settori in posizione da 1 a 6, che si trovano immersi nella vasca di carico, vengono posti in depressione. In questo modo sono in condizione di aspirare la torbida in maniera che il telo filtrante trattenga i solidi facendo passare il liquido. Quando, per effetto della rotazione, i settori si trovano in posizione 8 e 9 il panello depositato viene lavato. Fino alle posizioni 11 e 12 i settori si trovano ancora in depressione in modo da aspirare anche l’acqua di lavaggio. Infine, in posizione 12, il settore viene posto in pressione in maniera da agevolare il distacco del panello ad opera di un raschietto.
In molte applicazioni, specialmente quando le portate da trattare sono piccole, trovano applicazione filtri di piccole dimensioni contenuti in cartucce compatte (v. Fig. 8.26).
Anche in questo caso si può realizzare una filtrazione di profondità o di superficie. Tra i materiali filtranti più impiegati si hanno carta, cellulosa, feltro, fibre arrotolate su un cilindro permeabile, fibre di metallo o fibre di vetro.

Fig. 8.25 Filtro Oliver con sistema di distribuzione.
Fig. 8.25 Filtro Oliver con sistema di distribuzione.
Fig. 8.26 Filtri a cartuccia.
Fig. 8.26 Filtri a cartuccia.

8.6 LA CENTRIFUGAZIONE

Le centrifughe sono molto impiegate per le separazioni di miscugli eterogenei bifasici, sia liquido-solido che liquido-liquido, ma anche trifasici.
Le centrifughe possono sfruttare i principi della sedimentazione o i principi della filtrazione. Nel primo caso è necessaria sempre una differenza di densità tra le due fasi da separare, mentre nel secondo è un elemento filtrante ad assicurare la separazione.

8.6.1 Centrifughe di sedimentazione

Nel paragrafo 8.2.1 è stata dedotta l’equazione di Stokes (8.10) che descrive la velocità limite di sedimentazione in regime laminare. Abbiamo visto come sia possibile, nel caso dei colloidi, aumentare le dimensioni delle particelle con l’uso di coagulanti e flocculanti per ottenere maggiori velocità.