Un altro tipo di apparecchiature che consente di ridurre le dimensioni e accelerare i tempi sono i , in cui la separazione è ottenuta grazie all’azione di una forza centrifuga, che può arrivare anche a 2500 volte l’accelerazione di gravità. I cicloni sono apparecchiature statiche, ovvero senza nessuna parte meccanica in movimento, che sfruttano anch’essi l’inerzia opposta dalle particelle solide e liquide ai cambi di direzione. Sono costituiti da una parte cilindrica ed una tronco-conica sottostante (v. Fig. 11.5 a). La corrente gassosa viene fatta entrare nella parte cilindrica con una sezione di passaggio tale da impartire una velocità superiore ai 15 m/s. In questo modo le particelle solide, di densità maggiore, sono soggette ad una forza centrifuga elevata che incide notevolmente sulla risultante delle forze che agiscono sulla particella (v. Fig. 11.5 b). Di conseguenza le polveri vengono proiettate sulla parete laterale dove perdono energia cinetica e ricadono nella parte tronco-conica posta in basso. A questa parte è collegata una colonna di scarico dei solidi che convogliano gli stessi in apposite tramogge di scarico e raccolta. La corrente gassosa esce dall’alto del ciclone. Con questa tecnica è possibile rimuovere particelle fino ad un limite inferiore di 5 μm. cicloni Cicloni Fig. 11.5 a) Ciclone; b) forze agenti sulle particelle da separare. Per aumentare l’efficienza di captazione delle polveri si possono usare i multicicloni, detti anche , costituiti da tanti piccoli cicloni assemblati in una struttura compatta. La corrente gassosa in ingresso viene ripartita nelle varie cellule, mentre le correnti in uscita da ogni singolo ciclone vengono riunificate all’uscita. Allo stesso modo vengono raccolti tutti i solidi che ricadono nelle tramogge. depolveratori multicellulari Multicicloni