244 STORIE DI SCALTRI E DI SCIOCCHI Giambattista Basile Vardiello Vardiello è un ragazzino che non brilla per astuzia, ma che, in compenso, ha un alta opinione di sé. In realtà, è un vero pasticcione che ne combina di tutti i colori, e in una circostanza tenta addirittura il suicidio, per sottrarsi alle (giustificate) ritorsioni materne. Grannonia, la madre, è invece una donna di valore, comprensiva verso il figlio, benché il suo affetto non le impedisca di scorgerne tutti i difetti. Ma anche Vardiello, come molti sciocchi delle fiabe, vive il suo momento di gloria, allorché, per punirla di non volergli pagare un pezzo di stoffa che lui le aveva venduto, abbatte a sassate una statua e finisce con il trovarvi dentro una pentola piena di monete d oro che egli, nella sua semplicità, scambia per fagioli. Una bella fortuna! Sennonché Grannonia, sicura che il figlio, come infatti accadrà, sarebbe andato a spiattellare la cosa in giro, ricorre a un espediente: gli fa piovere addosso dalla finestra, uva passita e fichi secchi. Così, quando verrà chiamato davanti alla giustizia a render ragione del misterioso ritrovamento di quel tesoro, Vardiello darà una versione talmente assurda dell episodio, che il giudice deciderà di mandarlo al manicomio, invece di comminargli una condanna più pesante. Giambattista Basile (1575-1632), scrittore italiano, la cui fama è legata soprattutto alla produzione in dialetto napoletano, in particolare alla raccolta di fiabe Lo cunto de li cunti (Il racconto dei racconti), che esercitò una grande influenza anche sulla produzione dello scrittore francese Charles Perrault.